Museo MAS.EDU

Da opificio industriale ad opificio delle Arti

Il passato

Il 13 gennaio 1920 al Municipio di Sassari si presentarono l’imprenditore industriale Erminio Carlini Zanchi, suo fratello Luigi anch’egli imprenditore, il ragionier Achille Oggiano Murro (cognato di Erminio e Luigi, avendo sposato la loro sorella Elvira) e suo fratello, parimenti ragioniere, Giovanni, e l’impiegato Antonio Ricci Agnesa. I cinque, due imprenditori e tre impiegati, tutti nati e domiciliati a Sassari, si presentarono al cospetto del Segretario comunale, il dott. Silvio Molinari il quale, su autorizzazione dell’allora Commissario prefettizio reggente la Municipalità di Sassari, Dott. Cav. Uff. Romualdo Berilli (originario di Jesi e il cui padre, per originalità, fu chiamato Birillo…), il quale Segretario Comunale Molinari - si diceva -  attendeva il quintetto per formalizzare la vendita del lotto “20 bis” nell’allora urbanizzanda regione di Baddimanna (letteralmente “Valle grande”), piano di campagna digradante verso ovest e posto al di là dell’ampia vallata di Rosello. Quanto appena letto può benissimo essere scambiato per l’inizio di uno dei racconti formanti “L’Adalgisa” di Carlo Emilio Gadda ma non è affatto così: questi fatti avvennero e queste persone esistettero nella Sassari di quel primo quarto del Novecento e l’odierno Mas.Edu esiste grazie a loro.

Masedu vista

L'11 novembre di quello stesso anno in parecchi, tra imprenditori e funzionari di Sassari, ricevettero una lettera prestampata in eleganti caratteri corsivi in inchiostro blu dove il quintetto partecipava la nascita della Società COR, acronimo delle iniziali dei loro cognomi (Carlini Oggiano Ricci). Nella lettera si comunicava la costituzione della Società era stata sancita con atto rogato dal notaio di Sassari De Angioy il 31 ottobre precedente; altresì si indicava che la nuova iniziativa imprenditoriale aveva per fine la fabbricazione e lavorazione di laterizi e di manufatti in cemento; infine si specificava che i due soci con "firma sociale" erano il signor Antonio Ricci Agnesa e l'ingegnere Erminio Carlini Zanchi e che la sede amministrativa era posta in Viale Dante 1 a Sassari (residenza del Ricci Agnesa, un elegante villino in stile arabeggiante eretto negli Anni Dieci e ancor oggi esistente). A coronamento della lettera, in alto a sinistra, il logo della neonata società, in linea con il gusto Liberty allora imperante.

Il Mas.Edu prese una prima forma (due edifici posti entro un ampio cortile) nel volgere dell’anno 1920 per poter entrare in produzione ed ottemperare alla più importante clausola del contratto stipulato dai suddetti cinque cittadini Sassaresi e il Comune di Sassari: l’area (assommante a 1632,70 mq, al Catasto urbano numerata con il n° 4957/G3) andava improrogabilmente edificata entro due anni a decorrere dalla stipula del contratto di vendita, ossia il 13 gennaio 1920. Il primo nucleo del futuro stabilimento fu da subito impiegato per la fabbricazione di materiali edili (cemento, calce, gesso, manufatti in cemento e laterizi), prodotti assai richiesti nella Sassari di allora e nel resto della provincia. Nell'elenco delle imprese della Camera di Commercio di Sassari, la COR fu registrata con il n° 3250. L’attività della COR procedette bene, grazie anche alla vocazione locale delle persone abbienti di investire nell’edilizia i propri patrimoni non fidandosi ancora del sistema bancario isolano, andato in forte crisi appena tre decenni prima, a fine Ottocento. Tra gli Anni Venti e la prima metà del decennio successivo la COR contò ben 50 operai. Tal buon andamento era espresso anche dalla “solida” facciata in laterizio che lo stabilimento presentava sul l’allora via Sorso (chiamata anche Strada Provinciale Sassari Castelsardo, poi intitolata a Giovanni Pascoli dal 13 agosto 1943). Questa facciata, visibile nella foto che vedete ad accompagnare questo testo (dall'Archivio Marras, si ringrazia il proprietario Luigi Marras), era in stile “neo-romanico”: specchi archeggiati, monofore centinate alternate a trifore scandivano le due ali laterali mentre il corpo centrale, leggermente sporgente in avanti, inquadrava al centro il portone principale d’ingresso, fiancheggiato da due coppie di colonne.

A questa originaria area COR è da assommarsi quella vicina, un tempo il lotto “21 bis”, venduto dal Comune di Sassari anni prima, il 4 agosto 1914, ad Antonio Ricci, uno dei soci. Su quell’area, ampia ben 3237 metri quadrati (medesimo mappale, il 4957/G3), sorse la fornace grande per la fabbricazione dei laterizi, ad implementarne la produzione.

Nell’area ancora oltre, il lotto “22 bis”, sorse l’attività di Lorenzo Masedu, originario del paese di Nughedu San Nicolò (provincia di Sassari): l’acquisto di quell’area, estesa 3200 metri quadrati, da parte del Masedu datava al 3 settembre 1919. Masedu, in società con la famiglia Farbo (proprietaria di un grande mulino idraulico nella valle di Logulentu, a nord i di Sassari), diede vita ad un pastificio alimentare. Lorenzo Masedu era proprietario anche di un'altra area, posta sul lato opposto della Via Sorso, all'angolo con la odierna Via Gabriele D'Annunzio.

Sorse così quella vera e piccola “area industriale” di Baddimana, accentrata nell’infilata di tre isolati che accoglievano chi entrava a Sassari guardando a destra o salutavano chi ne usciva guardando a sinistra.

Lo stabilimento COR continuò a contare su entrambe le due aree per diversi anni, fino alla Seconda Guerra Mondiale. La COR infatti andò specializzandosi nella fabbricazione in particolar modo di laterizi: ne produsse ben 7 milioni l’anno, riuscendo a produrre 26.000 mattoni ad infornata. Ma non tutto dura per sempre: l'attività iniziò a risentire della concorrenza e alcuni dei soci si erano ritirati, sicché a condurre la COR erano rimasti Achille Oggiano Murro ed Erminio Carlini Zanchi. I due decisero di provare a cedere in locazione la parte della società impiegata nella fabbricazione e lavorazione dei cementi (l'odierno Mas.Edu) e, con scrittura del 9 novembre 1936, stilarono una scrittura privata con la quale locarono lo stabilimento e relativi macchinari all'imprenditore Giuseppe Ellena per un canone di dodicimila lire all'anno per cinque anni, con possibilità di rinnovo allo scadere l'8 novembre 1941. Se la parte di produzione dei cementi era così affittata, quella dei laterizi nell'area confinante proseguiva sotto la dicitura sociale di Società Anonima Fornaci Sarde, costituita dai medesimi soci della COR e che operava a partire dal primo gennaio 1932. Erminio Carlini, vero motore del quintetto, morì nel 1939, a 65 anni e l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale colpì durò anche Sassari sotto tutti gli aspetti. Fu così che, con la guerra ancora in corso, nel 1944 i fratelli Antonio e Giovanni Masedu acquistarono l'area di fabbricazione dei cementi della COR con il fine di espandere la propria attività, principalmente imperniata sulla fabbricazione dei saponi. La COR/Società Anonima Fornaci Sarde si ridusse a lavorare nella sola area un tempo appartenuta ad Antonio Ricci (il lotto “21 bis”).

La ditta Masedu (padre e figli) tra il 1925 e la metà del decennio seguente aveva mutato due volte assetto societario (dapprima Lorenzo aveva chiamato a collaborare con sé il figlio Giovanni, poi aveva ceduto il proprio posto all'altro figlio Antonio, agente di commercio fino ad allora, ritirandosi nel 1933) e aveva iniziato, con la gestione dei Fratelli Antonio e Giovanni, ad operare dapprima nella produzione di sapone. La produzione di sapone iniziò il 7 novembre 1935 e fu la loro linea di produzione principale. I due Masedu si dedicarono anche ad altri ambiti produttivi, registrando una certa espansione: il 25 gennaio 1938 iniziò l'attività di colatura dei grassi animali, il primo giugno dello stesso anno iniziò la produzione di glicerina. Questo fino al suddetto acquisto, nel 1944, dello stabilimento della dirimpettaia COR.

vista del vecchio stabilimento Masedu

Dai materiali edili al sapone: questa fu la seconda fase del Mas.Edu: a questa fase risalgono gli imponenti lavori di ampliamento e “modernizzazione” che l’edificio subì: il progetto di ampliamento parrebbe commissionato, appena finita la guerra, all'allora trentenne architetto Antonio Simon Mossa (Padova, 22 novembre 1916 – Sassari, 14 luglio 1971), risultante firmatario dello stato finale dei lavori. Simon mossa divenne nel Dopoguerra una figura di spicco in Sardegna per il livello intellettuale (fu poeta e scrittore), tecnico (progettò importanti opere) e politico (fu anima del Sardismo). I lavori edili furono affidati all’impresa di Antonio Gavino Solinas, impiegato anche nel cantiere dell’allora edificanda Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, a due passi più a valle. La cifra impiegata dai Fratelli Masedu per l'ampliamento a firma del Simon Mossa fu ingentissima per il dopoguerra a Sassari: 26 milioni di lire in lavori edili, a cui si assommarono altri 25 milioni di lire in macchinari nuovi. Tale debito, che i due Masedu ben speranti nella ripresa del commercio nazionale contavano di poter saldare con gli istituti di credito nel volgere di non troppi anni di produzione, fu invece la mortale zavorra che nel volgere di poco più di un decennio tirò a picco l'azienda. Gli imponenti lavori dettero all’edificio l’aspetto sostanzialmente che ha ancora oggi e, purtroppo, portò alla “modifica” (in realtà una vera e propria cancellazione sotto cemento ed intonaco) della facciata “neo-romanica” sulla Via Giovanni Pascoli, conferendole l’aspetto odierno e cancellando di fatto tutte le decorazioni eccetto le due coppie di colonne affiancanti il portone principale d’ingresso. L’attività dei Fratelli Masedu non fu fortunata e la produzione di sapone locale conobbe una crisi per la concorrenza delle ditte esterne più grandi e strutturate, offrenti prezzi migliori: Antonio e Giovanni provarono così ad aggiungere alla produzione di saponi altre attività, utilizzando lo stabilimento come sede anche per la produzione di acidi grassi e raffinazione di olii e grassi (inizio attività il primo marzo 1950), l'esercizio di commissionaria in olio d'oliva (a decorrere dal 28 novembre 1950), infine l'esercizio di commissionaria in lana (iniziato il 26 maggio 1953). Ma nulla valse a risollevare l'economia della società, gravata dal debito contratto con l'ampliamento e l'avvio della produzione e che proseguì a peggiorare fino al fallimento, aperto dagli oramai troppi creditori e chiuso con sentenza del Tribunale di Sassari il 16 dicembre 1957. A subentrare nella gestione dello stabilimento per la fabbricazione di saponi fu la Società creditrice SIDIA, genovese e facente capo a tal Commendator Lenti. Ma anche la nuova proprietà si pentì prestissimo dell’acquisto fatto e cedette ben presto l’immobile alla Amministrazione Provinciale di Sassari.

Fu l’Amministrazione Provinciale a destinare, nel volgere di alcuni anni, lo stabilimento di Saponi Masedu ad una nuova vita come stabilimento scolastico: dal 1963 al 1974 l’ex saponificio, già ex fabbrica di materiali edili, ospitò l’Istituto Tecnico Industriale di Sassari, intitolato al patriota sardo Giovanni Maria Angioy.

Quando l’ITI ebbe la sua nuova sede, nel 1974, l’ex stabilimento fu utilizzato come sede scolastica per altri istituti superiori bisognosi di sedi ampie. Con gli Anni Ottanta l'oramai ex stabilimento industriale andò incontro ad alterne fasi di chiusura e riutilizzo parziale, destinando parte dei locali a sedi di associazioni pro-tempore.

Il presente

Museo Masedu - Costa

Il Mas.Edu, interessato da un primo lavoro di restauro una ventina di anni addietro e destinato a breve ad un nuovo, attento e migliorativo intervento, è di fatto rinato grazie alla concessione fatta dalla Amministrazione Provinciale di Sassari, che nel 2016 ha affidato in comodato d’uso gratuito all’Accademia Sironi l’edificio. L’edificio si sviluppa su tre livelli per oltre 5000 mq ed oggi rappresenta nel contempo sia un importante, ampio e ben strutturato polo espositivo non solo in ambito cittadino ma regionale, sia una memoria storico-architettonica di archeologia industriale. Dopo la sua inaugurazione avvenuta nel 1999, il Mas.Edu ha visto la realizzazione di ulteriori opere integrative: la creazione di una nuova uscita di sicurezza su Via Nurra, il completamento della caffetteria al primo piano e la realizzazione dell’adiacente terrazzo praticabile, infine vari interventi impiantistici di adeguamento normativo conclusi nel 2008.

Il futuro

Il progetto dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” della Sardegna mira a fare del Mas.Edu un grande Laboratorio di sviluppo artistico su scala regionale e non solo. Inizialmente il fine dell’Ente era quello di utilizzarne gli spazi oltre che per le esigenze della didattica (per la soddisfazione delle quali, dato il continuo incremento delle iscrizioni – raddoppiate negli ultimi cinque anni – non è più sufficiente la sede storica dell’Ente in via Duca degli Abruzzi) per la produzione, nonché per le “residenze di ricerca” (intese come strumento ulteriore per l’ampliamento dell’offerta formativa). L’Accademia ha quindi ampliato il progetto, puntando ad utilizzare il Mas.Edu come vero e proprio centro di ricerca e come polo di accentramento di tutte le molteplici istanze espositive, artistiche e culturali provenienti dalla Regione Autonoma della Sardegna e non solo. Lo stretto legame fra didattica, produzione ed eventi espositivi rende lo spazio del Mas.Edu una possibile evoluzione forte dello stesso concetto museale e un potenziale arricchimento di un bacino vivace che vede ora la nuova realtà del Polo Regionale museale del MIC affiancarsi al bacino museale della Regione Autonoma della Sardegna (si ricorda che nel piano regionale dei Musei Sassari era previsto come Polo dell’Arte Moderna e Contemporanea).

Masedu esposizione vista

L’Accademia intende rafforzare i rapporti già attivi con i territori e gli operatori economici, culturali e sociali, attraverso il potenziamento di progetti di sviluppo che vanno nella direzione di una maggiore integrazione con i vari attori e soggetti culturali e istituzionali.

L’Accademia nello svolgimento dei suoi compiti e funzioni istituzionali, in particolare delle funzioni di didattica, ricerca e di alta formazione artistica e scientifica, nel perseguimento degli obiettivi di crescita, elaborazione, trasmissione e promozione delle conoscenze artistiche e scientifiche, ritiene necessario fornire il suo contributo culturale facendo sistema e creando occasioni strutturate di sviluppo. Lo Statuto prevede la possibilità di stipulare accordi con altre istituzioni accademiche, universitarie e di ricerca nazionali ed internazionali e con enti pubblici o privati per offrire agli studenti più ampie occasioni formative; inoltre, riconoscendo i particolari valori di identità della Regione Sardegna, l’Accademia concorre allo sviluppo culturale regionale e nazionale, promuovendo attività formative atte a relazionarsi, attraverso la programmazione di ricerca e lo scambio delle esperienze, con le diverse culture mediterranee, europee ed internazionali.

Masedu esposizione vista

L’Accademia “Mario Sironi”, in virtù di questa sua vocazione alla didattica, ricerca e produzione, offre lo spazio del Mas.Edu per la XV edizione del Premio Nazionale delle Arti, al fine di trasformare lo spazio permanente e sistemico di didattica, innovazione, ricerca artistica e produzione in occasione di confronto nazionale e internazionale.

L’intrinseca vocazione del Mas.Edu, infatti, sta nell’indicare la caratura educativa e culturale dell’Istituzione e rileva al contempo un’articolazione concettuale che va oltre la semplice idea di spazio espositivo tout-court. Il progetto del Mas.Edu è infatti destinato ad aprirsi a una serie di attività, rilevanti non solo per l’Accademia – che, lo ricordiamo, è l’unica sede pubblica primaria di ricerca e alta formazione artistica presente in Sardegna – ma tali da proiettare l’intero territorio in ambito regionale, nazionale e internazionale.

 

Bibliografia

Archivio della Camera di Commercio di Sassari e del Nord Sardegna

1) Masedu Giovanni di Lorenzo - RD n 17094 (cat. 23.3 - b. 153) - attività: frantoio oleario;

2) Industria cementi C.O.R  - RD n 3250  (c/o R.I.);

3) Masedu Lorenzo e figli - RD n 8391 (c/o R.I.);

4) Masedu Antonio di Lorenzo - RD n 9604 (cat. 23.3 - b. 112).

 

Archivio Storico Comunale di Sassari

1) Busta 7: "Contratti anni dal 1913 al 1916" (1913 gen. 10 - 1916 nov. 14) 531/587.

2) Busta 8: "1921-22-23 dal N. 2071 al N. 4155 di Repertorio" (1917 giu. 04 - 1925 dic. 21) 49/68.

3) Busta 8: "1921-22-23 dal N. 2071 al N. 4155 di Repertorio" (1917 giu. 04 - 1925 dic. 21) 1961/170.

4) 02 - Diminuzione – Alienazioni 214, 216, 225, 426.

5) Cartografia amministrativa 180.

Crediti fotografici:

Le due immagini storiche del Mas.Edu ripreso da Corso Pascoli appartengono all'Archivio Fotografico "Salvatore Marras" e pubblicate per concessione dell'erede Luigi Marras.

 

Galleria fotografica spazi espositivi Mas.Edu
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